Essere genitore di un adolescente non è sempre cosa facile, lo sapete bene!
Chiaramente siete felici di veder crescere vostro figlio e di aprirgli le porte del mondo degli adulti. Ci sono però anche delle preoccupazioni e, a volte, vi trovate in difficoltà di fronte a vostro figlio, lo trovate cambiato, non parla più con voi come una volta, può ferire con grande crudeltà, non sta alle regole, attacca da tutte le parti, è imprevedibile…
Spesso nelle relazioni con i propri figli adolescenti, i genitori si sentono colpevoli di non fare abbastanza o di fare troppo, insomma di non essere un genitore ideale. Anche la nostra esperienza di figlio entra in gioco: si vorrebbe fare diversamente dai propri genitori per avere la migliore relazione possibile con il proprio figlio – spesso quella che avremmo sognato di avere con i nostri genitori – pensando che questa relazione ideale possa proteggere il giovane da ogni problema.
Oppure, al contrario, ci si augura di riprodurre ciò che si è vissuto nella propria famiglia, pensando che quello che è stato positivo per sé lo sarà anche per il proprio figlio.
Porsi delle domande su come viene svolto il compito di genitore è legittimo e può aiutare a trovare un nuovo modo di far passare il messaggio educativo.
Non dovremmo mai dimenticare che i genitori sono un punto di riferimento importante e attraverso i loro comportamenti, i gesti e le parole possono influenzare il proprio figlio, tuttavia, il ragazzo crescendo può identificarsi con altre persone, subire l’influenza di altri: pertanto bisogna accettare che egli è un individuo con una propria personalità capace di fare delle scelte individuali.
Essere un modello per il proprio figlio non significa dover essere perfetto e irreprensibile. Essere un modello significa provare ad essere il più coerente possibile, riconoscere i propri errori, ammettere i propri limiti.
Vostro figlio si riconoscerà più facilmente in una persona che cerca di superare le proprie debolezze che in un individuo perfetto.
Attenzione però a non farsi invadere troppo da dubbi eccessivi e irrazionali sul proprio modo di essere genitore che alla fine creano insicurezze e ansia.
L’adolescente ha bisogno, per sviluppare la sua identità, di confrontarsi con i suoi genitori, come pure con altri adulti. Egli può essere molto critico e non è sempre facile accettare questo sguardo da parte del proprio figlio, soprattutto nei momenti in cui ci si sente più in difficoltà. Vale la pena di ricordarsi che a volte esiste una differenza tra quello che gli adolescenti dicono e quello che pensano. Riconoscere e accettare queste contraddizioni è già una tappa importante nella relazione con loro.
Se per l’adolescente è difficile sapere cosa vuole, come può un genitore capirlo!!!
Come educatore e genitore a volte si deve accettare di non poterlo sempre capire.
Dobbiamo saper cogliere l’insicurezza lo sgomento, la rabbia dei ragazzi, tollerare l’ansia, la paura e aspettare il trascorrere del tempo.
Uno dei compiti più difficili per un genitore è trovare il modo di riconoscere, oltre alle difficoltà, anche le nuove potenzialità del figlio e sostenerlo nelle sue capacità di pensare e di fare un uso critico del pensiero, aiutandolo a trovare soluzioni personali anche se magari diverse da quelle del genitore.
Gli adolescenti, in fondo non chiedono altro che essere incoraggiati, evidenziando i comportamenti positivi (per rafforzare la fiducia e l’autostima); di essere sostenuti ad affrontare i problemi, magari parlando anche delle personali esperienze dei genitori; di imparare ad assumersi le responsabilità; di aiutarli a gestire i limiti; di incoraggiarli a sviluppare un senso critico, magari chiedendogli cosa ne pensano su un determinato argomento; di ascoltarli; di parlargli delle dipendenze; di permettergli di sbagliare; di sperare in un futuro; di parlare del loro sviluppo ormonale e fisico senza vergogna; di vivere la fede e i valori.
Non esiste una formula magica per superare indenni questa fase della vita, né tutti i libri del mondo possono dare una risposta esatta e su come comprendere il proprio figlio. Come educatori e genitori dovremmo provare ad ascoltarli in maniera rispettosa e libera da pregiudizi, cercando di farci capire, magari chiedendo anche un aiuto a persone capaci di fermarci a riflettere.
Solo in questo modo scopriremmo le grandi ricchezze che i nostri ragazzi non sanno di avere… in fondo un tempo siamo stati adolescenti anche noi!!!
“Crescere un bambino,
è insegnargli a fare a meno di noi”
(Ernest Legouvé)
Ornella
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